Riceviamo e pubblichiamo di seguito un comunicato dei compagni di Falce:
Ficiarà Francesco, operaio saldatore in Fiat cnh (Modena) licenziato per la seconda volta, Perche?
Ficiarà è una spina nel fianco della Fiat da molti anni, per le molteplici lotte condotte in fabbrica a difesa della condizione operaia nel concreto, come abbiamo spiegato in altri comunicati anche recenti. Francesco è stato fra i principali oppositori ai sabati lavorativi in fabbrica, al di là degli spiccioli del padrone, perchè gli operai debbano avere una pausa dal lavoro, per ricostituire le prorie energia e la propria lucidità, sono 16 anni che si resiste con alterne fortune a questa imposizione della Fiat in tutti gli stabilimenti, va’ da se’ che è un esempio pericoloso visto che i sindacati lo hanno accettato un po’ dovunque. Ma il suo licenziamento ha origini e radici ben piu’ profonde. La sua stessa reintegrazione all’inizio del 2002 avvenne al culmine di una lunga battaglia che smontò il la presunta “voluta lentezza recidiva sul posto di lavoro” (Articolo 18 comma H che la Fiat gli aveva imputato come motivo del suo licenziamento nel lontano 28 luglio 1997) ,per ritornare al suo posto di lavoro. Una Lotta durata circa 4 anni.
Francesco è una spina nel fianco anche per i sindacati e sindacalisti concertativi di ogni sigla, già nel 2002 dal suo ritorno in fabbrica dal lungo esilio cercarono anche di strumentalizzarne il significato politico oltre che sindacale, sostenendo tra gli operai che la cgil si attivo’ per la sua reintegra cosa totalmente falsa.
Francesco pero’ a differenza di altri operai poi divenuti delegati di fabbrica, non ha mai tentato di “rappresentare” formalmente gli operai nella loro attuale schiavitu’ ma ha sempre cercato tra gli operai, piu’ coscienti o meno, di evidenziare che da questa schiavitu’ se ne esce solo con la formazione in classe degli operai e con cio’ in Partito Politico. Un Partito Operaio che lotta per il potere degli operai e che superi il modo di produzione capitalista che ci stà portando alla rovina. Un organizzazione che si devono dotare gli operai direttamente, dalla fabbrica, e poi anche fuori, un processo difficile certo ma imprescindibile, che non puo’ fare sconti o concessioni alla mentalità, alle idee, al modo di fare sindacato, che sono proprie del padrone, della borghesia grande e piccola.
Per questo Francesco in fabbrica è sempre stato tartassato da provedimenti disciplinari inventati di tutti i tipi, qui la Fiat ha dovuto cambiare registro tante volte visto che quando cercò di ridare una “scarso rendimento” produttivo, Francesco con i suoi colleghi di saldatura hanno lottato e anche scioperato con tanto di fermate improvvise in tutto il reparto (2007-2008) perchè si lavorava e si lavora senza le opportune misure di sicurezza, mancanza di aspiratori, attrezzature rotte, mancanza di ventilazione, pavimenti disssestati, lotte che hanno ottenuto anche risultati visto che la Fiat è stata costretta ad indietreggiare e ad “aggiustare” le varie mancanze strutturali in reparto.
Ma come si sà il lupo si traveste di agnello, perde il pelo ma non il vizio (la fiat); negli ultimi 2 anni abbiamo visto l’entrata in fabbrica di tantissimi giovani e immigrati senza esperienza di lotta, e tanti operai anziani sono (giustamente) andati in pensione, ed è ritornata a ricattare coi contratti precari a piene mani sul lavoro produttivo in fabbrica, spingendo di nuovo su ritmi-turni-produttività…
Francesco non ha mai fatto sconti al sindacalismo borghese di ogni risma, per questo ruppè anche organizzativamente col cobas di fabbrica incapace di emanciparsi dalla ristretta visione piccolo-borghese di sigla, e quindi incapace di difendere gli interessi operai complessivi.
Francesco ha sempre spiegato pero’ ai suoi colleghi di lavoro che senza una decisa iniziativa in prima persona degli operai, senza un autoattività collettiva, ne la fiom ne i cobas possono difendere nel complesso gli operai di fronte al padrone, tanto piu’ nella crisi di sovarpproduzione terribile di oggi.
Francesco è stato dunque licenziato il 28 ottobre 2011 ma il suo licenziamento non origina dal contingente, dalla protesta per la censura dell’informazione nelle bacheche sindacali, dall’ “aver tirato per terra un foglio di carta” o dalla mancata giustificazione al “diverbio verbale” con un direttore, un ingegnere, un capo o meno.
Il suo licenziamento origina da molto lontano; dal fatto che la Fiat non poteva e non puo’ sopportare un operaio e degli operai a lui vicino che dicono apertamente che “il pesce puzza dalla testa”, che la direzione dei Padroni nella società ha fatto il suo tempo, che la società capitalista porta solo alla schiavitu’ piu’ completa l’operaio e questo ragionamento era tanto piu’ eversivo in quanto veniva portato all’attenzione di tutti gli operai fiat, all’attenzione di tutti gli operai, ovunque.
Tanto è vero che Francesco è stato anche protagonista con altri operai nelle lotte in tutta la provincia di Modena e ha partecipato e partecipa al dibattito in corso tra gli operai di diversi stabilimenti, non ultimi quelli della Piaggio, Pomigliano,Termini-imerese, Melfi, Jesi, Torino ecc, per rendere concreta la risposta organizzativa dal basso degli operai al di la’ e al di sopra dei sindacati.
OPERAI CONTRO
SEZ. MODENA
7-11-2011