L’occupazione della Verlicchi

I compagni dell’assemblea proletaria di Bologna hanno in questi giorni portato la propria solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori delle “Verlicchi” di Zola Predosa. Questi da circa una settimana hanno occupato il piazzale antistante l’azienda per impedire a “noti ignoti” di smantellare completamente i macchinari ed imbarcarli chissa per quali lidi. Riproduciamo di seguito il volantino/appello che l’assemblea ha rivolto ai lavoratori in lotta:

 

LOTTA, SOLIDARIETA’, AUTORGANIZZAZIONE.

Ai lavoratori della Verlicchi:
l’Assemblea Proletaria di Bologna vuole esprimervi la massima solidarietà e confermarvi la propria volontà di trovarsi al vostro fianco nella lotta.

Crediamo però essere nostro dovere richiamare tutti ad una necessaria riflessione.
Alcuni anni fa quello che sta accadendo a voi è accaduto ai lavoratori della SABIEM.
Come è andata a finire? Allora i lavoratori fidandosi di sindacati, istituzioni civili, religiose e quant’altro, hanno finito per perdere il posto di lavoro ed anche molti dei soldi. Isolati dentro i loro cancelli da un cordone sanitario di sinceri democratici, hanno finito per soffocare la propria lotta con le loro stesse mani.
Crediamo che la vostra scelta di impedire lo smantellamento delle macchine sia stata l’unica risposta immediata corretta che si doveva e poteva dare, ma crediamo anche che questa risposta non sia sufficiente.
Lavoreranno per sfiancarvi, per insinuare la sfiducia nella vostre possibilità di riuscita, per isolarvi dal mondo intero e sopratutto dai vostri compagni delle altre aziende. Vi minacceranno, giocheranno con voi come il gatto con il topo e poi potranno anche attaccarvi fisicamente in nome della difesa della sacra proprietà privata.
Questo è il metodo che da sempre viene applicato e che spesso ha ragione delle lotte, soffocandole.
Vi è un unica strada che potrà pagare le vostre richieste. Occupazione della fabbrica e ricerca attiva della solidarietà degli altri lavoratori:

LOTTA DENTRO E FUORI I CANCELLI.

Non potete delegare alle istituzioni, dai sindaci ai sindacati ai santi, la difesa del vostro futuro: in passato e nel presente lotte condotte solo dentro le quattro mura dell’azienda hanno già ampiamente dimostrato di essere fallimentari (molti degli ex-operai Sabiem sono ancora oggi senza lavoro) ed è per questo che non dovete isolarvi. Non dovete isolarvi dagli altri operai delle fabbriche che vi stanno intorno, perché la vostra situazione potrebbe essere la loro, perché quando c’è la crisi nessun posto di lavoro (operaio e proletario) è mai sicuro. Sono loro i primi che possono supportare il vostro picchetto con scioperi e azioni immediate, sono loro i vostri naturali alleati.
Non isolatevi e al contrario cercate attivamente contatti e relazioni con altri lavoratori che possano supportare la vostra occupazione e la vostra lotta direttamente ed indirettamente. Unitevi, uniamoci coinvolgendo gli altri lavoratori, gli studenti e tutti coloro che hanno capito che per difendersi dalla ferocia dei padroni e dal loro sistema in crisi, bisogna organizzarsi direttamente, senza mediazioni.
Oggi la mediazione sono proprio i padroni (Marchionne insegna, ma anche il vostro Verlicchi non scherza) a non volerla più…

L’attacco alle nostre condizioni di vita e di lavoro è frontale; ci vogliono divisi… allora, uniamoci dal basso!


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Una risposta a L’occupazione della Verlicchi

  1. Cesare scrive:

    Grazie ragazzi per il sostegno.
    Sono il coordinatore, godendo immeritatamente della fiducia dei colleghi di lavoro, del presidio alla Verlicchi.
    La nostra lotta purtroppo deve, per non cedere al ricatto del sistema, avere la ricetta della legalità, requisito che questo sistema prevede inderogabilmente, pena lo sgombero immediato e la fine – apparente – della lotta.
    Vogliamo mantenere il piede dentro, il culo sul piazzale, il possesso della fabbrica, perché una volta allontanati difficilmente, se non con azioni di forza che per adesso non vorremmo commettere, potremo rientrare.
    Siamo dentro grazie ad un cavillo legale, strumento che spesso questo sistema utilizza a nostro discapito ma che questa volta siamo riusciti a utilizzare per far valere la nostra azione e permettere che questa non sia interrotta con la forza.
    Io non vedo il presidio della Verlicchi, pur limitato dalle cancellate, come un luogo chiuso, ma piuttosto come una cassa di risonanza. La rete, i contatti che abbiamo avuto, il vostro aiuto e l’aiuto di tutti ci consentirà di vincere questa battaglia.
    Li abbiamo incastrati, presi con le mani nel sacco, nessuna autorità può negare, in un momento di crisi generale così forte, che quello che hanno fatto è veramente un furto non solo a noi ma al territorio, alla sostanza delle cose che costruiamo.
    Il padrone non può disporre della mia vita come di un numero.
    Io non sono un numero a bilancio. Io vivo.
    Non permetteremo che ci trattino come numeri.

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