Da venerdi 8 aprile prosegue senza interruzione l’assedio degli operai Terim intorno alla fabbrica. Ciò a seguito della dichiarazione di di quaranta esuberi, che dietro false motivazioni di carattere economico (la crisi)..nasconde in realtà la volonta di disfarsi di quella parte di operai definiti dallo stesso padrone “facinorosi” e con “poca voglia di lavorare” Anche oggi domenica 17 aprile il picchetto continua,ancora più incazzato, anche di notte, a seguito dell’incontro svoltosi venerdì in Regione Emilia Romagna in cui non si è fatto nessun passo avanti, rispetto a quella che è la questione principale e cioè< Che fine faranno gli operai che alla fine dell’ulteriore periodo di ammortizzatori sociali non avranno voluto usufruire della mobilità volontaria e incentivata ?> Come già detto e spiegato altre volte il problema si potrebbe risolvere in un batter d’occhio, in quanto il piano industriale prevede entro quest’anno il rientro di due linee di montaggio precedentemente esternalizzate presso alcuni “terzisti”. Due linee di montaggio che potrebbero tranquillamente assorbire almeno 25 persone. L’azienda ancora una volta si è dimostrata irremovibile, sul fatto che alla “fine della fiera” il rimanente dei 40, solo di quei 40, deve andare a casa, aprendo se necessario un’altra mobilità (sarebbe la quarta dal 2007). Altrettanto vergognosa la posizione dell’assessorato alle Attività produttive, che dopo vani tentativi di ammorbidimento delle posizioni “operaie” espresse dall’unico delegato combattivo , si è schierata apertamente dalla parte del padrone, rimangiandosi alcune dichiarazioni di garanzia fatte appena precedentemente,rimandando le parti ad un ennesimo incontro, fissato per lunedì 18 aprile. E cosi il braccio di ferro continua. Da una parte operai che non si rassegnano ad essere sbattuti in strada per effetto delle decisioni del padrone, operai che da venerdì 8 aprile tengono in scacco un intero stabilimento, provocando altresì la chiusura dell’altro di Rubiera, dove mercoledì sono state messe in liberta tutte le maestranze. Operai decisi a tenere duro anche contro le sirene sindacali, che inutile dirlo vorrebbero gestire a modo loro questa vicenda, con metodi cosiddetti “concertativi”. Operai che si scontrano con dirigenti e impiegati, che dopo innumerevoli tentativi di sfondamento dei picchetti, pensano bene di andare in questura per denunciare i “facinorosi” che non li fanno entrare a lavorare, facendosi orgogliosamente ritrarre dalla stampa, in posa sotto la scritta “polizia” che campeggia sopra la questura. A proposito pare che adesso lunedì questi sciacalli vogliano andare a protestare dal Prefetto. Dall’altra vi è il padrone spalleggiato da Confindustria che su questa vicenda non vuole aprire “precedenti” che potrebbero rivelarsi pericolosi. Un padrone che per piegare gli operai usa qualsiasi mezzo e pretesto, non ultimo il mancato pagamento del salario di marzo. Ha deciso di prenderci per “fame”, molto più di quanto ha fatto fino ad adesso. Sembra disinteressato totalmente del fatto che la sua attività da milioni di euro sia improduttiva, mandando a puttane le commesse. Che continui pure a mostrare cinicamente i muscoli, sintomo di debolezza e disperazione? Vedremo!!! Per noi una cosa sola è chiara : continueremo l’assedio finchè non ci saranno garanzie reali ,nero su bianco, sul fatto che alla fine, chi rimarrà rientrerà a lavorare essendoci pienamente a oggi, tutte le premesse!!
Un gruppo di operai Terim