Ieri pomeriggio, alla Verlicchi, i nostri compagni, sono stati oggetto di una pesante provocazione:
sono stati infatti cacciati dal cortile della fabbrica (dove ricordiamo da molti giorni i dipendenti sono in presidio permanente), dal delegato FIOM sig. Patelli. Questo episodio è avvenuto, è nostra opinione, in classico stile fascista. Il sig. Patelli, davanti a tre testimoni, ha prima intimato ad un nostro compagno di “alzare le mani”, poi ha minacciato una denuncia per occupazione di suolo privato, non contento infine si è presentato come il “referente dei carabinieri”, e tutto questo in virtù del suo definirsi “ un responsabile” (anche se i compagni, in verità, riportano che non si è capito responsabile di cosa).
Insomma abbiamo a che fare, pare, con una contemporanea incarnazione di una novella divinità laica: uno e trino: 1) referente della proprietà, 2) referente delle forze dell’ordine, 3) difensore della lotta dei lavoratori Verlicchi, in qualità di rappresentante sindacale.
Procediamo con ordine.
Il sig. Patelli minacciando la denuncia per occupazione di suolo privato, si arroga un diritto che non gli compete. E forse lui la proprietà? Ne è forse un legittimo rappresentante? In tal caso si qualifichi apertamente e mostri la delega scritta dalla proprietà. Crediamo che come rappresentante sindacale dei lavoratori il sig. Patelli dovrebbe auspicare l’affasciamento fra i lavoratori, e lavorare per questo. Quali sono invece le ragioni che lo spingono a comportarsi come un aperto provocatore, come uno squadrista arrivando ad intimare alzate di mano?
Il sig. Patelli ci informa anche di essere un referente delle forze dell’ordine. Crediamo che ogni commento sia superfluo. Sottolineiamo però come anche questa affermazione confermi, e nostra opinione, l’appartenenza reale, se non ideologica, allo stile e alla pratica parafascista di questi comportamenti.
Dopo tutto questo, il nostro rappresentante sindacale, ha il candore di definirsi rappresentante dei lavoratori in lotta. Vi sembra credibile tutto questo?
Vogliamo rispondere al sig. Patelli che noi abbiamo troppo rispetto per la lotta e le sorti dei lavoratori Verlicchi per accettare le sue aperte provocazioni. Le rimandiamo quindi, come stiamo facendo, al mittente. Vogliamo anche dire che si assumerà lui, e i suoi amici, la responsabilità politica se domani Sabato 02/04/2011, in qualsiasi modo egli deciderà di venire a provocare la nostra iniziativa. Abbia invece il coraggio di presentarsi in assemblea e discutere. Si renderà così conto come solo la proprietà e le forze dell’ordine sono i suoi unici referenti, in quanto i lavoratori sanno ed hanno capito bene di che pasta sono fatti tutti questi signori Patelli.
Venga il sig. Patelli, che siamo certi si riempirà la bocca di difesa della costituzione e di democrazia, venga a spiegare ai lavoratori Verlicchi e a tutti noi, in virtù di quelle giustizia lui si arroga il diritto di impedire a dei lavoratori di esprimere il più elementare diritto democratico, cioè quello di riunirsi in assemblea.
Se però il sig. Patelli non è in grado di fornirci queste spiegazioni, abbia almeno la decenza di stare zitto e cheto.
Egli sappia che i sindacati sono stati il prodotto di decine e decine di anni di lotte proletarie e migliaia e miglia di morti tra i lavoratori. Sappia che il ruolo che oggi egli interpreta come grigio e minaccioso burocrate, è stato un tempo interpretato da onesti e valorosi operai, che coscientemente erano, con ogni loro energia, a fianco dei lavoratori e per l’emancipazione di questi.
Vogliamo chiudere sottolineando che la responsabilità politica di impedire con provocazioni o quant’altro il legittimo diritto di lavoratori a riunirsi in assemblea ricadrà su ogni attore che deciderà di intervenire per opprimere tale diritto.
Auspichiamo che ciò non avvenga, e che nei prossimi giorni non si debbano commentare fatti incresciosi su questo ed altri luoghi mediatici.
ontanorosso