Come indire uno sciopero, fare in modo che fallisca … e dare la colpa ai lavoratori.

Pubblichiamo di seguito il volantino distribuito dall’Assemblea Proletaria di Bologna in occasione dello sciopero generale del 06/05/2011

 

Siamo stati chiamati a uno Sciopero Generale di 4/8 ore su parole d’ordine e obiettivi che meritano unicamente di essere seriamente additati con disprezzo, trattandosi di chiacchiere, lacci e museruole per la classe lavoratrice.

Per le organizzazioni sindacali di Stato, corporative nei metodi e negli obiettivi, Cgil, Cisl, Uil, non abbiamo nulla da rivendicare, per loro noi lavoratori e lavoratrici non abbiamo bisogno di aumenti salariali, di diminuzione dell’orario di lavoro, non abbiamo da difendere le nostre condizioni di vita e di sicurezza, non abbiamo da respingere i licenziamenti, che devastano la nostra esistenza, non dobbiamo respingere l’aumento dei ritmi di lavoro, degli straordinari, non dobbiamo attaccare a viso aperto ogni forma di precariato, di sottoccupazione, di sfruttamento …non dobbiamo lottare. Vogliono impedirci di lottare, di batterci in una società costituita da branchi di lupi!!!

Democrazia, Fisco equo, Diritti? Lottare per quella democrazia che ci fa schiavi, che ci condanna ai lavori forzati a vita, che ci offre salari di fame, mentre infuria la crisi capitalistica, che permette ad un’organizzazione sociale di parassiti (capitalisti di tutte le specie) di imporre un comando dittatoriale sulla nostra vita? Lottare per un fisco più equo? Quanto è equo lo sfruttamento capitalistico, quanto è equo il loro profitto? Noi vogliamo lottare per togliere di mezzo ogni sfruttamento ( a contratto o senza). Lottare per i diritti? Quali diritti sono rimasti ancora in piedi in quei campi di concentramento, che si chiamano fabbriche, dove migliaia di proletari non escono vivi, rimangono feriti o annientati nel fisico e nelle speranze per tutta la vita? Quali diritti sono rimasti ai pensionati, ai disoccupati, ai cassintegrati? Qual è la misura dei loro diritti?

A noi lavoratori serve, come il pane, l’indicazione e l’azione pratica di saldare tutte le situazioni di lotta e di tenerle insieme, serve di non essere dispersi, servono scioperi concreti di solidarietà. Serve la lotta, la guerriglia quotidiana come la lotta ad oltranza, serve lo sciopero senza preavviso e senza limiti di tempo. Serve un’organizzazione di lotta: solo la forza organizzata dal basso, che sia espressione della lotta e che sia indipendente dal sindacato, può farci uscire dalla miseria verso cui ci hanno condotto il nemico di classe e le attuali corporazioni sindacali piccole o grandi che siano. Occorre uscire dalla loro trappola, occorre denunciare ogni forma di delega sindacale, uscire all’aperto. E poiché battersi al loro interno è impossibile (dove è presente una milizia, altro che burocrazia!) occorre una Autorganizzazione per battersi con le migliori armi di lotta!

L’assemblea proletaria, nata a gennaio di quest’anno, è voce collettiva di fasce proletarie su cui la crisi affonda i denti. Siamo operai, precari, sottoccupati, disoccupati, cassintegrati e nostro prioritario obiettivo è raccordare, collegare, unire in un percorso comune, la grande energia di lotta dei lavoratori.

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